17 aprile 2007

Appello dei poeti contro la discarica di Serre


Contro la megadiscarica di Serre (Sa) scendono in campo i poeti.

"La comunità di intellettuali, poeti ed artisti non starà a guardare mentre si vuole fare scempio dell'ambiente. Anzi, lotterà perché questa oscena decisione della Regione Campania di situare una discarica nella meravigliosa area montana di Serre (in provincia di Salerno), adiacente l'Oasi del WWF di Persano, venga contrastata".

Questo è l'accorato appello della poetessa Erminia Passannanti, originaria del luogo, ferita ed amareggiata per una decisione che non tiene in nessun conto la storia, il patrimonio ambientale, paesaggistico, faunistico, culturale, agricolo, architettonico ed archeologico di un comprensorio che risale alle origini della civiltà occidentale e che nella cui area comprende le rovine di Paestum, con i suoi templi, dichiarati dall' Unesco patrimonio dell'umanità e l'area del Santuario extraurbano di Hera Argiva: un luogo di culto precedente all'arrivo dei greci e destinato al culto di Era, divinità principale del patrimonio religioso e protettrice della navigazione, degli approdi e della fertilita, naturale ed umana.

I primi, con Erminia Passannanti, ad aderire a questa iniziativa sono stati Francesco Agresti, Martha Canfield, Ennio Cavalli e Dante Maffia, che, in accordo con il Comune di Serre, daranno luogo ad alcune iniziative letterarie all'interno del territorio comunale di Serre.

Le altre eventuali adesioni si possono comunicare al sindaco di Serre, Palmiro Cornetta, email: segretario.comune@serre.sa.it



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http://multimediangela.splinder.com/post/11808447/Appello+dei+poeti+contro+la+discarica+di+Serre

15 aprile 2007

ITACA e IL MONDO POETICO di FRANCESCO AGRESTI






Un libro diventa prezioso quando nel rileggerlo provi nuove emozioni.

"Itaca", l'isola impossibile di Francesco Agresti, appartiene a questo genere di libri.
Il poemetto in versi a due voci ha come protagonisti Ulisse e Circe.
Ulisse sente nel profondo la lontananza della terra d'origine, ma nel contempo l'impossibilità di un approdo, dell'ultimo e definitivo approdo della vita di ciascun uomo.
Quando pensiamo di essere giunti alla meta, questa si allontana, diventa impossibile, perché nuovi ostacoli sbarrano il nostro anelito alla felicità.
Circe è l'alter ego di Ulisse. "La mia vita è un sussulto perenne tra magmatici paesaggi di un mondo sfinito". E Ulisse risponde: "Tra fiordi dissonanti e senza vita, tra mari nauseabondi ed acque fonde si consuma il navigar tra queste rive". Le rive del destino che sovrasta e determina il nostro essere al mondo. Il destino che spinge gli equipaggi su imbarcazioni che non giungono a destinazione se non come "casse putrefatte e smorte", mentre si consuma "l' ineluttabile succedere del tutto".
Itaca è, per Francesco Agresti, metafora poetica del nostro esserci nel mondo. Non c'è Ulisse che vince sugli altri compagni di viaggio. Così come Circe non è più, e solo, maga, ma interprete dolente del mondo bestiale che crede, allusivamente, di governare.
Sia Ulisse che Circe si interrogano sull'esistenza dell'uomo, sulle sue pulsioni e sulle sue debolezze.
L'isola, difficile da raggiungere, sfugge alle visibili e umane 'epifanie'. Il mito dell'eroe greco si carica, nel poemetto di Agresti, di nuove simbologie. Il viaggio contrastato dagli dei non è solo viaggio di conoscenza e di realtà geografiche inesplorate, ma esperienza dolorosa del mistero dell'esistenza nel magma inestricabile di un mondo oscuro.
Tutti siamo fatalmente lontani dall'isola impossibile, dall'attuare i sogni che forse potrebbero persuaderci a vivere e ad attraversare i guati delle passioni divoranti, o degli affetti irrisolti.
Il poemetto di Francesco Agresti ci suggerisce tutto questo. E "ogni voce, suono, o canto...è un puro germoglio di poesia".

Maria Elvira Ciusa Romagna