09 dicembre 2006

da Metrica esoterica di Gianky: introduzione e acrostico

Introduzione

E parto per questa nuova avventura letteraria: comporre poesia, e si spera bella poesia, utilizzando la metrica di tutti i tempi e di ogni Paese. Ci proverò almeno. Perché?
Il verso sciolto è stato certamente una grande conquista. Poter comporre senza doversi più preoccupare di imbrigliare le parole in un’architettura formale, per qualcuno, me compreso, deve esser sembrata una conquista grandissima. La metrica naturalmente permette combinazioni di parole sicuramente più esigua.
Ma con il tempo, è nato un ragionamento preciso. Mi sono chiesto: l’assenza della metrica non ha in fondo eliminato qualcosa grazie alla quale la poesia aveva funzionato per secoli? Io penso di sì!
La poesia storicamente è nata per essere accompagnata dalla musica e dalla danza. Perciò essa doveva essere il testo di una canzone, e la metrica doveva essere l’architettura formale per dare corpo al ritmo interno della composizione. Eliminare la metrica, ha significato snaturare la poesia, avvicinarla alla prosa, e dare l’impressione che fosse il genere letterario accessibile da chiunque volesse provarci. - Basta dirlo con il cuore. - dicono i neofiti - Farla sgorgare così come la si è pensata. –
Ma che state dicendo!!! La poesia è ricerca formale, prima di ogni altra cosa; è un mistero il perché una grande poesia sia appunto grande!
Infine, una rappresentazione sbagliata della corrente romantica, ha dato il colpo di grazia: la poesia come espressione di semplici sentimenti da dedicare nei momenti romantici… ma che state dicendo!!!
Allora mi sono accorto che ciò che all’inizio poteva sembrare una rivoluzione contro una tradizione fossilizzata nel manierismo, per mezzo del verso sciolto appunto, aveva sottratto solo il mestiere del comporre poesia. Sia ben chiaro, senza aver la pretesa di riuscire nel mio intento, so che la poesia è filologia, retorica e tradizione. Ogni grande poeta del passato ha dovuto confrontarsi con la tradizione poetica che lo ha preceduto. La cultura latina e prim’ancora la cultura greca… come potersene sottrarre, specialmente per un poeta che scrive in italiano, che è l’evoluzione soprattutto delle due lingue precedenti? Concetti scontati…


Ho acquistato un testo, e precisamente il Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica diretto da Gian Luigi Beccaria. Avendo esso come base di appoggio, per ordine alfabetico, presento dei miei versi imbrigliati nelle canzoni del passato, con occhio esoterico.
Questo è il mio personale omaggio alla tradizione e alle radici della poesia.


Inoltre, come poter resistere alla tentazione di comporre utilizzando un metro di mia invenzione? E così ho fatto ironicamente con Gianky: 3 strofe: la prima: una terzina, un ritornello discendente, con rispettivamente: 11, 7 e 4 sillabe ( rima: A, b, c ); una stanza di 7 versi: 5+5+5.11+11+11+11 e con rima: d, d, a / E, E, B, C; un’ultima terzina, un ritornello ascendente ( sillabe: 4, 7, 11; rima: c, b, A ).
L' autore


Acrostico

Annoto – su questo quaderno di ritmi
Nuovi versi del labirinto di camere:
Giacimenti dentro i quali girerò
Emozionato come un imbecille.
Lavavo così – da bambino – la coscienza
Annusando le maglie di mia madre.

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