09 ottobre 2006

Voci dall' Idroscalo


Image Hosted by ImageShack.us

S' infrangono sul litorale di Ponente
le illusioni di una civiltà millenaria
che proprio qui, nel mare di Enea, vide la luce.

Onde impetuose, immense, incalzate da urla possenti
scuotono il muro sbilenco che limita l'arenile.

E' un susseguirsi infinito di mandrie impazzite
che, sospinte dal vento,
abbandonano il mare in un turbinio sinistro
reso ancora più cupo da una bassa nuvolaglia
che invade la strada e le case.

Roma è remota, spersa tra i suoi futili consumi.
Assente qualsiasi altra presenza umana.
Manca poco a Natale.

Lungo il litorale, spazzato dal gelo
c'è solo la furia del mare che a tratti
sovrasta la diga del porto ed invade i pontili di schiuma.
Con le barche a tinnire nel fragore del vento.

Annotta. E' quasi ora di cena.
Ostia si estrania al mondo, ignara
nel chiuso dei suoi tristi casamenti.

Il Tevere è muto, ma tracima di bile feroce.
Il muro d'acqua che arriva dal mare lo strozza.
L'allerta è imponente.

Per l 'Idroscalo è un continuo alternarsi di voci.
(Ed è un richiamo ad altre voci. Ad altre grida
di una notte dannata che non muore).

Si esorta la gente a sgombrare le ultime tane
che ancora resistono agli oltraggi del tempo.
E' l'amaro residuo di un popolo antico, in rovina
senza più storia, senza avvenire.

L'inascoltato poeta, da tempo, riposa lontano, a Casarsa.
Un fiore appassisce ai margini del cippo
tra l'erba sbiadita dalla salsedine.

Ora un buio più fitto invade lo spiazzo.
I cani randagi rincorrono
fantasmi di carta sollevati dal vento.
Azzannano l'aria nervosi, aggressivi.

Dal porto si leva un barlume di luce
ma è un lucore malato, un po' frusto
smarrito tra le nebbie serali e gli spruzzi del mare.

Poi l 'inferno si placa e chi può torna a casa
in attesa di un giorno migliore. Forse.

Francesco Agresti
Dicembre 2005
**********
Di Giovanna Marini:
"Lamento per la morte di Pier Paolo Pasolini"

Nessun commento: